Oggi vogliamo parlarti di un piccolo problema che puoi incontrare quando cerchi di monitorare le visite del tuo sito web o del tuo blog con Google Analytics. Il problema in questione è quando ti trovi nella voce, “Durata media della sessione“, un risultato pari a zero secondi. Com’è possibile che un utente, per quanto stia poco su una delle tue pagine, resti per meno di 1 secondo? Tutto questo è molto improbabile. Infatti il motivo di questo “errore“, se vogliamo chiamarlo così, è il modo in cui Google decide quel determinato risultato.
Come calcola Google Analytics la durata media della sessione?
Quando un utente arriva su una tua determinata pagina, è come se lanciasse un Input a Google dicendogli che ad una determinata ora è approdato su quella pagina. Anche se resta per un pò di tempo su quella pagina, senza però fare altre azioni e una volta finito chiude il browser, Google non registra nessuna durata media. Quindi il risultato in questo caso è zero minuti.
Se invece l’utente entra nel sito, resta sulla pagina per 48 secondi, poi clicca su un link che lo porta su un altro articolo, allora Google riceve il secondo Input di calcolo. In questo caso se l’utente non fa altre azioni, Google terrà conto solo del tempo tra il primo e il secondo Input quindi una durata di sessione media di 48 secondi. Se invece dopo altri 30 secondi clicca su un ulteriore link Google riceverà il terzo Input. Come viene calcolato ora la durata media della sessione? In questo caso farà una semplice media tra i due tempi, quindi 48 secondi + 30 secondi / 2. Quindi avremmo una durata media di 39 secondi.
Quindi non ti preoccupare se leggi questo dato a zero. Adesso che hai capito come funziona puoi lavorare sull’interazione nel sito in modo da aumentare la durata media della sessione e di conseguenza abbassare la frequenza di rimbalzo.
Cos’è la frequenza di rimbalzo di Google Analytics?
Se un utente visita una singola pagina, come nel nostro primo esempio, e poi esce dal sito, il valore della frequenza di rimbalzo è del 100%. Se invece un utente esce subito e un secondo utente visita due pagine del sito, allora Google farà la media dei due casi e vi darà una frequenza di rimbalzo pari al 50%.
Possiamo quindi definire la frequenza di rimbalzo, la percentuale di utenti che non ha interazioni con le tue pagine ma si limita a visitare solo quella con cui è entrato. Una volta finita la lettura di quel singolo articolo, esce senza curiosare altrove.
Quanto è importante avere una frequenza di rimbalzo alta?
Questo dato è molto importante se cerchi di fidelizzare i tuoi utenti e creare una sorta di community. Infatti se hai un valore molto basso di frequenza di rimbalzo, vorrà dire che gli utenti sono catturati dai tuoi articoli e continuano a cercarne altri navigando sul tuo sito web.
Questo dato diventa molto importante se cerchi di vendere spazi pubblicitari all’interno del tuo blog o sito internet.
Quindi, hai imparato, che la durata media sul sito e la frequenza di rimbalzo, sono due dati strettamente legati tra di loro. Infatti se hai una frequenza di rimbalzo pari al 100% vuol dire che nessuno dei tuoi utenti ha interagito sul sito e di conseguenza non ha mandato il famoso secondo Input per permettere a Google il calcolo di durata media della sessione.
Speriamo che questo articolo ti sia stato utile, se hai domande scrivici pure attraverso uno dei nostri canali social.